Lennon Is Dead (before)

Fiumi di inchiostro si sono scritti sulla P.I.D. (Paul Is Dead) la leggenda secondo cui nel 1966 Paul McCartney fu vittima di un incidente d’auto e, in gran segreto, prontamente sostituito da un sosia.
Riteniamo invece che fu John Lennon a morire nel 1966 e la morte di Paul fu un’invenzione creata ad arte per nascondere la verità: cercando le prove della morte di Paul nessuno si sarebbe reso conto che in realtà il beatle morto e rimpiazzato da un sosia era John.


La storia è nota: il 12 ottobre del 1969 Russel Gibb, dj di una radio di Detroit, durante la sua trasmissione, raccontò di aver ricevuto una telefonata la sera precedente, in cui un anonimo interlocutore gli avrebbe rivelato che Paul McCartney sarebbe morto tre anni prima. Gli indizi sarebbero tutti presenti nelle canzoni e nelle copertine dei Fab Four, basta solo cercarli.









Da quel giorno la notizia ha fatto il giro del mondo diventando una delle leggende del rock più conosciute e durature.
Innumerevoli gli “indizi” raccolti; dalle perizie fotografiche in cui si “dimostra” che il Paul nelle foto successive al 1966 non è lo stesso che compare in quelle precedenti a quella data, sino all’analisi dei testi delle canzoni, anche ascoltate al contrario, e che racchiuderebbero messaggi cifrati.
Già solo due giorni dopo le dichiarazioni di Gibb appariva sul Michigan Daily un articolo in cui si elencavano numerose “prove” a dimostrazione della morte di Paul.
Impossibile fare un elenco completo di tutte ciò che è stato scritto in merito, per farsene un idea basta una semplice ricerca digitando “Paul is dead”.






Naturalmente gli stessi Beatles hanno sempre smentito ogni cosa e del resto pare molto difficile pensare che i Fab Four o chi per loro siano riusciti a trovare qualcuno che non solo potesse essere un sosia molto somigliante fisicamente a Paul McCartney, ma che poi si sarebbe dimostrato altrettanto bravo a cantare, suonare e comporre canzoni. Non dimentichiamo che Yesterday, Michelle, Eleanor Rigby, e un’altra quantità di capolavori erano già stati scritti prima del fatidico novembre 1966 - e dunque dal McCartney vero, deceduto nell’incidente. Ma poi, il McCartney falso avrebbe continuato a sfornare altri capolavori (Penny Lane, Hey Jude, Let it be, tanto per citarne qualcuno) per lungo tempo e anche in seguito allo scioglimento del gruppo.
Molto più probabile pensare che la notizia della morte di Paul sia stata uno scherzo, magari architettato dagli stessi Beatles. E gli indizi vari disseminati qua e là nei testi e nelle fotografie siano o frutto del caso o effettivamente invenzioni per alimentare lo scherzo.







In effetti tutta la faccenda così come è sempre stata tramandata porta con sé una forte contraddizione: se la morte di Paul doveva restare segreta perché disseminare così tanti segnali che avrebbero potuto rivelare la verità? Ammettiamo pure che solo pochi mesi dopo la morte di Paul, il gruppo e i collaboratori fossero riusciti a trovare il sosia perfetto, che senso avrebbe fare rivelazioni, seppur cifrate, nei dischi? Col rischio di mandare a monte tutta la delicata messa in scena.
Ma anche l’idea dello scherzo sembra un po’ strana. In pratica dal 1966 i Beatles - con la complicità dei produttori e della casa discografica - avrebbero disseminato testi e copertine dei dischi di “stranezze” così da poter avere sufficiente materiale per alimentare adeguatamente una falsa notizia che avrebbero divulgato ben tre anni dopo.
Un po’ contorta come strategia di marketing.


Bene, proviamo allora ad immaginare una storia leggermente diversa. È il 1966 accade qualcosa di inaspettato, non sappiamo cosa ma è qualcosa che i Beatles devono tenere nascosto ad ogni costo.
Facile a dirsi, il gruppo è sotto gli occhi di tutti, siamo in piena Beatlemania. Come prima cosa si prende la decisone drastica e rivoluzionaria di non fare più concerti pubblici. Il gruppo farà solo musica in studio di incisione.
Realizzeranno Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, un assoluto capolavoro della storia della musica. Ma anche qualcosa di drasticamente nuovo, un progetto in cui i Beatles “scompaiono” per diventare un nuovo gruppo: i “cuori solitari” del Sergente Pepper. Anche il loro aspetto cambia, i capelli si accorciano, crescono baffi e basette, John Lennon indossa stabilmente gli occhiali, notoriamente odiati fino a quel momento.










Insomma fra 1966 e 1967 i Beatles subiscono una profonda trasformazione. E ancora di più è proprio John Lennon ad essere diverso dal John Lennon degli anni precedenti.
Naturalmente questo non riguarda solo il fatto di iniziare ad indossare i suoi caratteristici occhiali rotondi.
Sino ad allora Lennon aveva mantenuto una sorta di primato all’interno del gruppo, ma dal 1967 è McCartney a prenderne, per così dire, le redini. È sua l’idea alla base di Sgt. Pepper, così come il progetto seguente Magical Mistery Tour, sua anche l’idea di Let it Be. Lennon sembra preso da altro, in effetti ha iniziato una relazione con Yoko Ono, conosciuta nel 1966, e presto abbandonerà la moglie ed il figlio Julian per rimanere stabilmente con Yoko.


L’ipotesi sembra pazzesca. Ma proviamo a seguirla per un attimo. Siamo nel 1966 John Lennon muore, forse un incidente. Insomma, lo stesso copione che racconta la morte di Paul solo che questa volta a morire è John.
Dunque, i Beatles corrono ai ripari. Bisogna nascondere la verità, ma come fare? A qualcuno viene in mente l’idea geniale: non solo sostituire John con un sosia, ma anche sviare l'attenzione; bisogna evitare che il pubblico si accorga della sostituzione mettendo in giro false notizie, segnali nei testi delle canzoni e nelle foto che indirizzino l'attenzione su Paul, così che nessuno si accorgerà del finto John.








La prima notizia della presunte morte di Paul è del febbraio 1967: il Beatles Monthly pubblica un articoletto in cui si fa cenno ad una voce secondo la quale McCartney sarebbe stato vittima di un incidente stradale nel gennaio dello stesso anno. Notizia naturalmente smentita e bollata come falsa dallo stesso articolista.
Ma l’idea sembra funzionare, ecco allora che i Beatles continuano ad inserire vari segnali nascosti nei loro dischi. Forse ci prendono pure gusto.


Finché arriva il 1969. I Fab Four sanno che stanno per dividersi. Abbey Road sarà il loro ultimo disco insieme. E allora perché no? Forse hanno paura che il falso John una volta fuori dal controllo dei manager del gruppo possa farsi sfuggire qualcosa. È l’ultima occasione per costruire il mito ed ecco allora ideare una copertina - quella di Abbey Road con la famosa attraversata pedonale - con tutti gli elementi al loro posto a sostegno della testi (falsa) della morte di Paul; e poi la telefonata al dj, così da sollevare un gran polverone, utile a nascondere per sempre la verità.
Insomma: tutta la storia della morte (mai avvenuta) di Paul non sarebbe nient’altro che una messa in scena per sviare il pubblico e nascondere la morte (questa sì, realmente accaduta) di John.









Viene allora da chiedersi se quella sera dell'8 dicembre del 1980, Mark David Chapman quando sparò a John Lennon - o meglio, a colui che egli credeva fosse John Lennon - agì del tutto spontaneamente. O se invece, non fosse stato in qualche modo “aiutato” da qualcuno nel coltivare il suo odio verso Lennon; diventando a sua volta vittima di un complotto ordito al fine di mettere a tacere per sempre un testimone troppo scomodo, di una vicenda che doveva restare segreta.








Commenti

  1. buongiorno, ho letto l'articolo. Direi che si tratta di un'ipotesi quanto meno diabolica

    RispondiElimina
  2. interessante idea. In pratica tu vuoi dire che la leggenda della morte di Paul McCartney è stata appositamente creata dagli stessi Beatles per nascondere al mondo la morte di John Lennon, che - sempre secondo la tua teoria - sarebbe avvenuta nel 1966. In effetti è diabolico come ha commentato "anonimo". Però, così come nel caso di Paul, il sostituto di John sarebbe stato altrettanto bravo a cantare e a comporre capolavori: "Strawberry Fields Forever" e "Come Together" tanto per dirne 2 li avrebbe scritti il sostituto, e poi più tardi avrebbe pure sfornato "Imagine".

    RispondiElimina

  3. Per la precisione Strawberry Fields è stata composta prima del novembre 1966, sarebbe dunque brano del vero John Lennon. Ma questo ovviamente non risolve il problema da te sollevato. Il sostituto di Lennon avrebbe scritto molti altri capolavori del rock, oltre a quelli da te citati: Lucy in the Sky with Diamonds, A Day in the Life... Lo ribadisco, la mia è solo un’ipotesi. E comunque non trovo così impossibile che il sostituto potesse essere stato un musicista altrettanto talentoso. E poi, potrebbe essere sempre stato “aiutato” da Paul o da chissà quanti altri collaboratori anonimi in grado di scrivere canzoni in un credibile stile Lennon

    RispondiElimina

Posta un commento

grazie per partecipare a questa discussione. Il tuo commento verra pubblicato a breve sempre che non sia offensivo o non pertinente